Mercoledì 31 gennaio si è parlato di Europa e partecipazione con le classi quarte del liceo Quinto Ennio di Gallipoli e lo si è fatto in silenzio. Sembra impossibile, ma se Watzlawick ci ha insegnato una cosa è che non si può non comunicare e quindi anche il silenzio è espressione del pensiero. Anche se gli assiomi sulla comunicazione della Scuola di Palo Alto sono i primi concetti che la prof.ssa Anna Maria Rizzo, docente presso l’Università del Salento, insegna ai suoi studenti di servizio sociale; nel primo evento di Bottom up ha preferito utilizzare la metodologia del Silent Dibate per concentrare l’attenzione dei giovani studenti sugli 11 youth goals. I ragazzi e le ragazze, infatti, hanno potuto circolare liberamente nella stanza osservando le iconografie rappresentati gli obiettivi europei per i giovani, per poi dare libera interpretazione a ciò che quelle immagini rappresentavano per loro. Il Silent Dibate li ha quindi aiutati a “dare voce” ai loro pensieri senza essere disturbati da diverbi rumorosi e allo stesso tempo consentendo a tutt*, anche i partecipanti più timidi, di dire la loro. Il risultato è stato rumoroso e coinvolgente. Gli studenti, infatti, sono riusciti a condividere le loro considerazioni e ad esprimere le loro perplessità sulle scelte sociali e legislative ai decisori politici presenti. Grazie al Silent Dibate hanno potuto quindi comprendere che la partecipazione si può fare anche nel silenzio, dove i pensieri si formano e le prime scelte politiche si insinuano.
